Giunto alla quarta edizione, il Sustainable Art Prize promosso dall’Università Ca’ Foscari di Venezia ad ArtVerona conferma il suo invito alla collaborazione sui temi dello sviluppo sostenibile così come intesi dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Dal 2017 l’Ufficio Ca’ Foscari Sostenibile e ArtVerona hanno infatti avviato un percorso che indaga questo tema attraverso le pratiche artistiche, affidando alla ricerca visiva contemporanea il compito di sondare e far emergere gli aspetti cruciali legati a uno o più dei 17 obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile dell’ONU. L’elaborazione di contenuti e visioni legate allo sviluppo sostenibile è quindi l’asse fondamentale su cui si concentra questo Premio, che consiste nell’esposizione di un’opera che si leghi ai temi della sostenibilità negli spazi dell’Università Ca’ Foscari a Venezia. Il premio dunque è volto a indagare la dimensione progettuale e immaginifica degli artisti presenti in fiera per giungere a riconoscere una possibile comunione d’intenti.
A tal proposito la giuria composta da Elena Semenzin, Delegata della Rettrice alla Sostenibilità e professoressa associata in Chimica dell’Ambiente e dei Beni Culturali al Dipartimento di Scienze Ambientali, Informatica e Statistica dell’Università Ca’ Foscari Venezia, Michele Furlanetto, collezionista da sempre coinvolto negli sviluppi espositivi del territorio veneto, Giulio Bonazzi, Presidente di Aquafil, azienda leader in Italia e nel mondo nella produzione di fibre sintetiche impiegando modelli di sviluppo sostenibile sempre nuovi, ha apprezzato la genuinità delle proposte artistiche e la disponibilità di molti artisti ad avviare un dialogo con la comunità universitaria veneziana.
La giuria ha stabilito di assegnare la quarta edizione del Sustainable Art Prize 2021 al collettivo Post Disaster Rooftops, presentato ad ArtVerona nella sezione LAB1, curata da Giulia Floris che ha portato in fiera un lavoro partito dalla condizione post-industriale di Taranto per abbracciare il bacino del Mediterraneo in una riflessione sulle sfide di resilienza. Post Disaster ha convinto per la sua capacità di creare connessioni tra diverse realtà territoriali sfruttando la cornice di un linguaggio a cavallo fra l’utilizzo dello spazio pubblico e la rigorosa prassi archivistica. In particolare, il collettivo ha colpito la giuria per l’intelligenza creativa e la sensibilità sociale con cui il loro lavoro affronta il tema delle periferie geografiche e della necessità di riscatto della loro umanità. Nel lavoro del collettivo emerge chiaramente come attraverso pratiche di partecipazione perseguite bilanciandosi tra progettualità ed effimero sia possibile creare confronti prolifici nel contesto urbano, sociale e ambientale. Post Disaster ha presentato in fiera un’idea di sostenibilità vissuta, intrinseca nei processi di riconsiderazione della nostra realtà, che trova completa attinenza ai temi promossi da Ca’ Foscari e al territorio veneziano in generale, tanto da poter generare un interessante condivisione con l’intera comunità universitaria per la proposta di nuovi modi di interconnettere locale e globale al servizio di uno sviluppo sostenibile.
Collettivo Post Disaster Rooftops, presentato ad ArtVerona nella sezione LAB1, curata da Giulia Floris