Marinella Pirelli, Film Ambiente, (1969-2004)
ferro, acciaio, perspex, immagini in movimento, suono.
Allestimento al Museo del Novecento, Milano, 2019
© Lorenzo Palmieri per Electa Editore
Marinella Pirelli nasce a Verona nel 1925. Artista pluridisciplinare vive e lavora tra Milano, Roma e Varese. Nata come pittrice, esplora in seguito anche nuovi confini dell’arte per rappresentare la luce e la sua visione in forma dinamica e spaziale. Il suo intento si realizza grazie all’uso della cinepresa considerata uno strumento rapido per prendere appunti sui mutamenti della luce e delle atmosfere luminose; da questo interesse e da una pratica artistica sperimentale origina la sua opera filmica. Sono circa 20 le opere in pellicola realizzate dall’artista dal 1961 al 1974 con un linguaggio a tratti astratto, fortemente personale e una forma filmica autonoma cha ha per oggetto il tema dell’identità, della sensibilità più intima e del gesto artistico. Tra queste il capolavoro Narciso Film Esperienza (1966/67), che incrocia testo, film e performance e che viene presentato al pubblico per la prima volta a Basilea ad Art 5 Internationale Kunstmesse nel 1974. Fra il 1968 e il 1969 l’artista progetta e crea Film Ambiente, uno schermo di proiezione tridimensionale penetrabile dal pubblico, un ambiente immersivo fondato sul continuum percettivo tra il fruitore e l’opera. A partire da questo momento il suo interesse per la luce come generatrice di immagini in movimento produrrà anche una serie di opere denominate Meteore e di progetti di ambienti di luce definiti Pulsar (opere e progetti realizzati con un approccio oggi considerato pioneristico). Nella sua vita Marinella Pirelli ha frequentato sia l’ambiente artistico milanese sia quello romano, diventando protagonista del fervore artistico della fine degli anni Sessanta che ben è stato rappresentato nella storica mostra “Al di là della pittura” di San Benedetto del Tronto (1969) dove Film Ambiente è inserito. Dopo la morte nel 2009, la figura artistica di Marinella Pirelli ha destato un rinnovato interesse, le sue opere filmiche sono state proiettate all’International Experimental Film & Video Festival di Zurigo nel 2014, al Kunstmuseum di Lucerna nel 2015, al Centre d’Art Contemporain di Ginevra nel 2019 e una versione digitale fa parte della collezione permanente del MAGA di Gallarate che ne ha recentemente sostenuto i restauri. Nel 2019 il Museo del Novecento di Milano le ha dedicato una approfondita mostra personale, e una Meteora è entrata nella sua collezione permanente, nel 2022 Film Ambiente è stato esposto al Palaexpo di Roma nella collettiva “Il video rende felici”.
Nel 1968 Marinella Pirelli inizia a lavorare a Film Ambiente [F.A.], un dispositivo tridimensionale in cui le immagini si materializzano in profondità. Anticipando quello che di lì a poco verrà teorizzato come “Cinema Espanso”, con il F.A. l’artista propone una fruizione immersiva che va oltre quella frontale: l’opera si compone di una struttura metallica percorribile costruita in progressione modulare, in cui i diversi blocchi sono delimitati da pannelli trasparenti sospesi, sui quali vengono proiettate delle immagini. In occasione della prima esposizione nel 1969 alla Galleria de Nieubourg di Milano, il designer milanese Livio Castiglioni progetta con l’artista un sistema di cellule fotosensibili che, in tempo reale, reagisce agli stimoli luminosi generati dalla proiezione del film Nuovo Paradiso (1968), in cui le riprese movimentano l’omonima serie di sculture in metacrilato di Gino Marotta, in un’alternanza di rotazioni e lampi di luce, creando un divenire di suoni elettronici influenzati anche dal passaggio del pubblico. Nelle esposizioni successive (dal 1969 al 1971) l’artista proietta sul F.A (definito anche come “Environmental Screen”) anche i filmati Luce Movimento (1967) e Naturale Artificiale (1968). Agli inizi degli anni Duemila l’artista realizza una seconda versione del F.A. (in risposta alle difficoltà relative all’utilizzo a ciclo continuo della pellicola) scegliendo la proiezione in dissolvenza incrociata di diapositive da lei dipinte a mano. Nella rielaborazione anche la colonna sonora cambia e viene sostituita dalla quadrifonia del figlio e compositore Pietro Pirelli.
L’archivio privato di Marinella Pirelli nasce a Varese grazie alla volontà dei figli Francesco e Pietro i quali, subito dopo la scomparsa dell’artista nel 2009, decidono di riorganizzare e catalogare opere e documenti che testimoniano la vasta ricerca artistica della madre: una ricognizione e sistemazione accurata del materiale storico che già l’artista aveva iniziato a disciplinare in modo specifico. Ad oggi l’archivio si compone principalmente di tre macro sezioni. La prima comprende un cospicuo numero di opere appartenenti a diversi filoni artistici con disegni, dipinti, libri d’artista, sculture e installazioni; la seconda include tutto il materiale cinematografico composto da opere finite e altri girati su pellicola; la terza, tutti i documenti e le fonti storiche (corrispondenze, agende, appunti, cataloghi, fotografie, racconti) relative sia al lavoro sia appartenenti ad un ambito privato. Il lavoro presso l’archivio è tutt’oggi in corso d’opera grazie al lavoro e alla costante volontà degli eredi, alla ricerca e collaborazione di studiosi e ricercatori e ai contatti vivi fra artisti, archivi ed enti che ogni giorno rispondono alle richieste di approfondimento.